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L'esser nato il 25 luglio, esattamente sei anni dopo quel 1943 che aveva visto la fine della dittatura fascista in Italia, deve aver legato a doppio filo le vicende personali di Stefano Borelli a quelle politiche e sociali del nostro Paese. Così questa sua ricca autobiografia è un intreccio delle storie di vita privata e della storia italiana: su questo piano si sviluppa tutta la narrazione, da una parte le esperienze dell'infanzia e dell'adolescenza di un ragazzo qualunque nel quartiere africano di Roma, le vacanze dai nonni a Bologna o sulle Dolomiti, le prime esperienze politiche - guidate dal padre, il cui tenero ricordo percorre tutte le pagine di questo racconto - nella sezione Nomentano del PCI, fino alla maturità e alle grandi scelte; dall'altra il racconto delle televisioni in bianco e nero "condivise" con i vicini, delle lotte studentesche, dell'emozione del prendere parte al funerale di Togliatti... Un amarcord toccante, un viaggio nella memoria privata in quegli anni cruciali per il nostro Paese, quelli della seconda metà del secolo scorso.